Unici è il titolo del libro che racconta la cavalcata trionfale del Varese di Beppe Sannino. Tre anni (e oltre) sviscerati dalla deliziosa penna di Filippo Brusa che coglie anche le sfumature più nascoste di questa squadra, di questo gruppo di "minatori" che ha scalato tre categorie e che ora si assesta in piena zona play off meritandosi il titolo di squadra rivelazione del campionato di serie B.
Ma è davvero un risultato così inatteso? E' dovuto ad una concomitante serie di eventi positivi o semplicemente è il frutto del lavoro di un allenatore grande quanto umile, sensibile quanto esigente, unico davvero nel suo genere?Io credo di poter supportare con forza la seconda ipotesi, perchè credo che il lavoro prima o poi porti i frutti sperati.
Solo quest'anno, grazie ad una serie di "fortunate" coincidenze(grazie Felice!!) riesco a seguire più da vicino la realtà biancorossa. Prima ne leggevo le gesta, cercavo di carpire dalle parole degli amici e dei colleghi le emozioni che solo ora posso provare anche io di fronte a questa magica squadra.
Soltanto conoscendo un po' più a fondo l'uomo simbolo (per chi scrive almeno!) di questa metamorfosi posso capire come, da un baco possa nascere una colorata farfalla.
Beppe l'ho conosciuto personalmente solo quest'anno, ospite dello stadio per cui cerco di curare al meglio la comunicazione.
E dopo averlo visto in qualche intervista, dopo averne lette le dichiarazioni sui giornali, dopo averne ascoltate le parole riportate da chi l'ha seguito fin dai primi passi come mister della squadra della città giardino, mi sono resa conto, senza ombra di dubbio, di avere di fronte un grande uomo e un grande tecnico.
Poche le parole scambiate quel giorno, ma molte altre nei giorni seguenti hanno disvelato il carattere forte e deciso di quest'uomo incredibile.
Dovessi collocarlo all'interno del panorama calcistico mondiale potrei vedere in lui la sintesi della tecnica tutta sacchiana nei metodi, della comunicazione che ha reso grande Mourinho di fronte ai media e di quel rapporto familiare che spesso ho visto in Carlo Ancelotti, quel modo inimitabile di porsi con i giocatori, quel rapporto schietto con chiunque si trovi a poter parlare con lui.
Un uomo con valori veri, con sentimenti talmente forti e limpidi che diventa difficile non seguire in ogni sua mossa.
Un motivo ci sarà se parlare di Beppe Sannino equivale a sviscerare emozioni pure.
Affetto, attaccamento, dedizione al lavoro, attenzione ai dettagli, ma soprattutto attenzione al cuore delle persone che lui sembra avere il potere di far palpitare sempre più forte. Beppe riesce a dare la motivazione giusta ai suoi ragazzi, Beppe è l'idolo delle curve, l'uomo che qualsiasi telecamera vorrebbe poter avere di fronte.
E lui rimane in disparte, per lasciare la scena ai suoi ragazzi, quelli che passo dopo passo hanno ricamato sulle loro maglie il loro nome. Quelli che contro tutto e tutti, contro le statistiche, le critiche, le difficoltà sono rimasti in piedi credendo di poter emergere sempre grazie al loro costante e ininterrotto lavoro.
Sono emozionalmente coinvolta, ormai, parlando del Varese. Quello stadio lo sento un po' mio anche se sono e rimango quasi un'estranea. Eppure ogni sabato su quegli spalti, come me ci sono sempre più persone, pronte ad urlare di gioia o a trattenere le lacrime dall'emozione quando quei ragazzi UNICI calcano il campo.
Una favola, quella biancorossa, che sembra non voler mai finire, una favola che io per prima vorrei poter scrivere giornata dopo giornata per poi concluderla con un lieto fine.
Un calcio che ancora regala emozione, al di là dei riflettori. Giocatori che ormai sono riconoscibili ma che ancora si soffermano sui rapporti veri.
Perchè anche questo è Varese, un rapporto intimo tra squadra e tifosi.
Come Buba, pardon, Buzzegoli, che a fine partita entra a salutare tutti per poi partire per le meritate vacanze, con quell'umiltà che vedi nei gesti e quella semplicità che brilla nei suoi occhi.
Questo è il miracolo del Varese, il gruppo che sempre più sembra una grande famiglia, dove chi cade sa che ci sarà una mano tesa pronta a risollevarlo.
Sono innamorata di questa realtà, sono commossa nel vedere che i valori del calcio in cui credo esistono ancora.
Mi sento fortunata nel partecipare, anche se in disparte, a questa stagione e vorrei che tanti altri riuscissero a vedere oltre il mero risultato, a vedere oltre la notorietà che sta lentamente investendo questa "famiglia" perchè solo così si rimane UNICI.(foto da http://www.varesenews.it/)