domenica 12 febbraio 2012

Storie di Uomini, Dei ed Eroi

Ci sono giornate che passano senza che tu te ne accorga, Ce ne sono altre che invece andrebbero vissute continuando a schiacciare il tasto rewind. Oggi è una di quelle giornate speciali, in cui tutto sembra essere lì apposta per regalare emozioni che, per riviverle continuamente, io devo fissarle, oltre che nella mente, anche nero su bianco. Scripta manent...d'altronde quale titolo più azzeccato per il mio blog.
E tralasciando le cronache calcistiche, che posso sviscerare in uno dei miei prossimi pezzi ufficiali, sono nuovamente qui per sottolineare la prestazione maiuscola di un gruppo di ragazzi, atleti straordinari, ma anche uomini con una forza che si sprigiona e riesce a raggiungere obiettivi che ormai sembravano andati perduti.
Era freddo il palazzetto, intirizzito come a camminare per una delle vie della città, stasera. I ragazzi erano partiti male, svantaggio a doppia cifra che sembrava far prevedere il peggio. Ma poi no. Gli eroi si sono destati, gli dei han deciso di collaborare e gli uomini hanno realizzato l'impresa. Già, la famosa storia degli Uomini, degli Dei e degli Eroi, che quando si radunano nello stesso posto e con lo stesso obiettivo scrivono la storia. I miti e le leggende traboccano di interpreti che raggiungono gli allori anche quando ormai la vittoria sembra ormai destinata a scemare. Sono andati in scena tutti stasera, ognuno col suo talento, ognuno con i suoi sbagli anche, che però sono stati la leva con cui risollevare il mondo. Casadei, con quel modo tutto suo di palleggiare e correre verso il canestro: ventisei i punti siglati su un parquet che piano piano diventava rovente. Picazio, con il piglio da capitano che detta i ritmi insieme all'immancabile, indomito Bertolazzi, bersaglio degli avversari: il top player da non far giocare, da imbrigliare in una sorta di gabbia umana costellata di trappole: sangue e arena, stasera, sul parquet. E che dire di Saccaggi, Paci, Scomparin, Tourè, Masciadri e del ritorno in campo, di fronte al pubblico amico, di Franco Prelazzi, altro gigante buono che contro il Davide biblico ha questa volta avuto la meglio.Trento aveva iniziato e continuato forte, ma poi la magia della squadra, del gruppo, di un coach costantemente in piedi a suggerire passo dopo passo la mossa vincente, hanno avuto la meglio. Hanno scaldato il palazzetto. Un'ovazione continua nell'ultimo quarto, ultras, bambini, donne e semplici appassionati, tutti insieme ad urlare forte il nome della Fulgor, che piano piano ha ripreso coscienza di sè, ha radunato le forze ed è esplosa.
Una vittoria al cardiopalma, una di quelle che ti segnano nell'intimo, che ti prende la testa e il cuore, che diventa respiro affannoso e voce rotta dall'emozione quando si realizza. Un gruppo di Uomini, diventati Eroi, che percorrono la salita all'Olimpo per essere incoronati Dei.

(foto: Alberto Ossola)

giovedì 2 febbraio 2012

Tieni duro....

Queste le parole che han chiuso la serata di ieri. Ospite grazie alla mia amica Federica e al suo Verbano Calcio a Sky Calcio Show. Una banalità forse, per alcuni, ma per me un modo per scoprire altri innumerevoli aspetti, piccole sfaccettature del mondo del giornalismo sportivo, del mio amato calcio. E la sorpresa più bella o, forse, la conferma più attesa è stata quella di vedere la professionalità di una donna splendida al servizio, se così si può dire, del calcio.
Troppo facile cadere nell'adulazione: Ilaria D'Amico è obiettivamente splendida. Su questo credo che in pochi possano disquisire. Ma soprattutto è brava. Non una sbavatura, non un attimo di silenzio nel marasma della serata calcistica di ieri, anche di fronte agli sfoghi di Mazzarri, alle parole dure del presidente De Laurentiis, un discorso solare, fatto sempre con il sorriso, come televisione impone. Ma ci vuole arte e classe anche in questo. Io, che nel pre-puntata mi sono fatta immortalare di fronte al logo del programma come una scolaretta alle prime armi, impacciata come sempre di fronte all'obiettivo, perchè ora vedermi in foto proprio non mi piace nemmeno un po', ma felice di poter respirare un po' dell'aria di quel mondo che per me è quasi magico, che fa parte di un sogno e che forse sogno resterà per sempre.
Eh già, il sogno.... Le aspettative riposte in questa professione vanno pian piano svanendo. Ma le parole "Tieni duro", anzi, "Tenete duro" visto che erano rivolte anche a Fede, in un certo senso mi lasciano uno spiraglio di speranza al quale, lo so, cercherò ancora una volta di aggrapparmi. Una donna nel calcio, anzi, ancora una volta, due donne nel calcio oserei dire, visto che io e la mia più giovane collega sgomitiamo quotidianamente per venir accettate come professioniste e non per essere commentate in qualche modo come donne.
Un mondo che ancora è troppo colmo di pregiudizi nei nostri confronti, suffragati non molto tempo fa anche dalle parole di un ennesimo maschio che, probabilmente per sentirsi maggiormente affermato, sottolinea quanto stoni la presenza femminile in un ambiente che lui e ancora troppi, considerano prettamente maschile.
Noi non siamo delle veline, senza nulla togliere ovviamente a chi la velina la fa per professione, non siamo alla ricerca di chissà quale emozione all'interno dei corridoi che portano agli stadi, a quelle stanze impenetrabili in cui la tecnica del calcio viene messa in atto. Siamo donne che amano questo sport, siamo donne a cui piace raccontare questo mondo, con le nostre parole, grazie alla passione che ci porta anche quotidianamente sui campi minori, di fronte alle intemperie e alle condizioni precarie che dobbiamo tuttavia affrontare. Nulla di strano dunque se questo percorso viene fatto dai colleghi "maschi", ma quando tocca a noi la fatica e l'energia da dover spendere per essere accettate come professioniste è sicuramente maggiore. E allora ben venga quando un'altra donna, una di quelle che ce l'ha fatta, insieme alle tante che per bravura hanno ormai un posto riconosciuto nello stesso panorama, ti dice "Non mollare, tieni duro". La fatica si affronta meglio quando senti che intorno a te qualcuno ti stima. La competenza e la professionalità, grande o piccola che sia, esaustiva o ancora in formazione, con cui ci approcciamo a questo mondo non deve per forza di cose essere riconosciuta da tutti, ma non è giusto che venga negata affidandosi solo al pregiudizio. Le battute al limite della decenza, gli ammiccamenti, le parole che vanno ad offendere la nostra passione sinceramente mi scivolano addosso, ma capita che a volte gli eventi ti facciano desistere. E allora il "tieni duro" è una spinta in più, è la forza motrice che consente, anche a chi crede di aver perso il controllo sulla propria strada, di rimettersi in carreggiata e avanzare a passo deciso verso l'obiettivo.