giovedì 14 novembre 2013

Foglie

Novembre, apro la finestra, è mattina inoltrata e fuori è grigio. Un po' la metafora della mia vita. Il ritmo della frase ricorda anche il celebre verso di Ungaretti. "Si sta come d'autunno sugli alberi le foglie" e il senso di precarietà in cui sto vivendo lo riconduco al destino dei suoi Soldati, in attesa di un soffio di vento che possa staccarmi definitivamente da quel ramo, che sta risucchiando ogni energia dalle mie fragili venature, orami secche e pronte a crollare.
Le sfumature di colore che rallegravano e davano un senso alla mia vita stanno abbandonando i miei ricordi, tutto diventa difficile, tutto diventa pesante e opprimente. Mi chiedo se sto espiando anche le colpe di qualche vita precedente o se il destino ha solo voluto infliggermi periodi di sofferenza senza mai riuscire a regalarmi un attimo di gioia vera. Entro nel turbinio di una visione notturna, dove le ombre prevalgono. La luce ha abbandonato il mio cammino, troppe le delusioni, troppe le promesse disattese, troppo sensibile io per alzare le spalle e scrollarmi di dosso i problemi che mi affliggono. Mi sento schiacciata in ogni ambito, senza la possibilità di rialzare la testa. Ho perso la fiducia nelle persone, in quasi tutte quelle che mi circondavano. Evidentemente il vuoto attorno a me equivale alla mancanza di energie da dedicare. Così, il ramo si sta preparando ad assorbire l'ultima traccia di verde linfa dalla mia nervatura e così sarò pronta a cadere, magari cullata da un vento nuovo, magari travolta dalla tempesta. Sola.