sabato 14 luglio 2012

C'è tifo e tifo...

"Si tifa per la maglia, non per un giocatore". Ecco la frase più gettonata di oggi. Ricondurla all'addio di Thiago Silva, ceduto al PSG è fin troppo semplice. Certo, questa è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, ne sono consapevole, ma non mi riferisco solo a questo singolo caso.
Io sono una tifosa atipica: sapete, mi emoziono ancora. E non sono necessariamente i colori di una maglia o la storia della società a farmi sorridere delle vittorie e disperare nelle sconfitte. La maggior parte delle cose che mi colpiscono derivano da chi quelle maglie le indossa. Non mi emoziona la storia ultracentenaria, ma magari la singola azione, un sorriso rubato, una battuta. Mi ricordo come fosse ieri la mia prima visita a Milanello da inviata, con quella macchina che si ferma mentre indietreggio sul ciglio della strada e quel sorriso, quelle poche banali parole che però mi fanno sentire a casa. Esattamente come ricordo quelle lacrime amare il giorno in cui ho lasciato una squadra che mi aveva regalato emozioni, le stesse lacrime versate alla dedica del gol il giorno del mio compleanno. E allo stesso modo quegli occhi così limpidi che tradiscono l'emozione di parole che a qualcuno possono sembrare dure perchè sembrano voltare le spalle alla storia. Vogliamo parlare di quell'addio straziante nella sala stampa della scala del calcio? Solo chi mi era accanto ha potuto capire il mio dolore, solo chi ha conosciuto la mia storia ha potuto capire appieno il senso di quei singhiozzi. Quest'anno è stato straziante per molti aspetti, ho dovuto salutare persone che mi hanno regalato tanto personalmente, prima che sul campo. Io sono fatta così, prendere o lasciare. E ringrazio il cielonell'avere un cuore che ancora si emoziona di fronte a piccole cose, perchè se anche magari non mi porterà nell'olimpo della mia professione, mi consentirà di ricordare con affetto delle persone con cui ho condiviso gioie e dolori. Per questo ti dico: a prescindere dalla maglia che vestirai, io tifo per te. E non necessariamente sto parlando di Thiago Silva.

sabato 7 luglio 2012

IO SO DI NON SAPERE

Io so di non sapere. Sono molto Socratica in questo e non me ne vergogno. E' una conquista assoluta invece avere la consapevolezza dei propri limiti, avere la certezza che di un'idea esistono almeno mille interpretazioni. Questo mi permette di rapportarmi con il mondo avendo la lucidità di accorgermi che ognuno lo guarda con le proprie lenti colorate. Per questo mi piace ascoltare, per questo mi piace confrontarmi. Ma questo non significa che io cambierò per forza la mia idea, non vuol dire chinare la testa di fronte alle opinioni altrui credendole migliori.