L'infausta verità. Siamo una società che si spaccia per moderna, democratica, all'avanguardia. Palle.
Siamo ancorati a pregiudizi più vecchi di noi. Siamo in balia di leader che nelle proprie tasche intellettive non hanno che briciole di cultura spiccia, senza etica, senza valori, senza principi. E' la mia rabbia che sta parlando? Forse. Ma sentirmi discriminata perchè donna, perchè posso avere il ciclo o un figlio, sinceramente non lo riesco ad accettare. Ma è costume condiviso ormai.
Ci hanno detto di tutto, senza che noi potessimo quasi fiatare, ci trattano come esseri sottosviluppati, consapevoli che la loro manovra di omologazione culturale sta per essere ultimata. Alle giovani generazioni hanno tolto i sogni, il futuro, a noi hanno tolto la voglia di lottare. La condizione perenne di precarietà che ci contraddistingue non ci consente di alzare la voce. Nemmeno chi ha le spalle al caldo riesce più a lanciare urla dissacratorie. Non sembra valerne più la pena, siamo ormai una massa di insulsi esseri attenti alle piccole esigenze quotidiane, la filosofia del "carpe diem" non è più una scelta consapevole ma una necessità impellente.
A che pro saziare la nostra mente con confronti decisi, con scambi di opinioni che poi ci lasciano a brandelli in mezzo ad una strada?
Lo status quo ci insegna che chi ha il potere se lo tiene stretto e riesce afarlo senza troppi sforzi. Ci hanno indeboliti, ci hanno rubato la voglia di lottare per un futuro migliore e condivisibile. Ci hanno lasciato solo la vaga speranza di poter partecipare al nostro ballo delle debuttanti in società. Un miraggio confuso, sempre più, a causa della mancanza di energie positive.