mercoledì 17 agosto 2011

Quell'emozione che lascia senza fiato

E' inutile negarlo: quando scrivo del mio Milan, anche se non sono ferrata di calciomercato e il periodo richiede che si seguano le vicende nella stanza dei bottoni, quando vedo le mie parole pubblicate, commentate, contestate, mi si riempie il cuore di emozione allo stato puro.
E' inutile negarlo, questo è ciò che amo, scrivere, scrivere di calcio, scrivere di Milan. In questo periodo difficile, ogni volta che posso raccontare l'epopea della mia squadra mi sento felice. In questo periodo in cui tutto sembra essere crollato, in cui nel mio futuro c'è un grande punto interrogativo, in cui sotto i miei piedi non c'è più la solida terra a sostenermi, queste emozioni mi regalano la forza per andare avanti.
Me la danno i numeri che leggo accanto ad ogni mio pezzo, me la danno le persone che mi cercano in internet commentando le vicende di via Turati. Mi fa sentire viva poter scrivere, poter esprimere il mio pensiero liberamente.
E non sarò mai grata abbastanza alla mia amica Gaia e alla Redazione che mi ha accolta a braccia aperte in questo progetto editoriale, persone che amano il loro lavoro, persone che si mettono in gioco per qualcosa che va oltre il lavoro stesso. Si, sono felice di essere parte di un gruppo che continua a crescere, sono grata a tutti i lettori che con i loro click mi regalano ognuno un sorriso.
Il calcio è ancora emozione, il giornalismo è passione pura, il Milan è il mio grande Amore.

giovedì 11 agosto 2011

LA STRETTA DELL'ANIMA

Lo ha denunciato anche Vasco Rossi, usando un social network come cassa di risonanza. Il male di vivere ti prende all'improvviso, ti stringe nella sua morsa e fargli abbandonare la presa non è così facile. Il perchè di questo mortale abbraccio non è sempre chiaro a tutti. Solo chi vive certe nebbiose sensazioni riesce a capire l'urlo di dolore, di aiuto, di nostalgica voglia di uscire dal vortice emesso intorno a chi si sente perso.
E sono sempre di meno le persone che riescono ad udire questo lamento. Che lamento non è in fin dei conti. E' una richiesta di aiuto per cercare nuovamente la propria strada, è bisogno di sentirsi amati e sorretti dalle persone che ti circondano.
E purtroppo questo trasforma chi vive questi momenti in un peso, in qualcosa da evitare accuratamente, sperando che tutto si risolva da sè, soprattutto in un periodo come questo, in cui il solleone è il primo pensiero di chiunuqe possa viverne ed assaporarne i caldi raggi dorati.
Ma nel buio dell'anima di chi si sente perso quei raggi luminosi faticano ad indicare la strada.
E così ci si sente ancora e sempre più soli.