mercoledì 18 gennaio 2012

Nebbia, nebbia, nebbia!

(foto di Paolo Colombo) Se ripenso al  derby di domenica, non ripenso alla delusione del post gara, per la partita persa. Non ripenso nemmeno alle emozioni provate, come ogni volta che mi siedo in quella tribuna stampa, che con lo stadio gremito è ancora più imponente. Mi ricordo l'angoscia provata al rientro immersa nella nebbia.
E proprio la nebbia sembra essere la giusta metafora per questo mio scorcio di vita, che giorno dopo giorno appare ai miei occhi sempre più sfocata. Una nebbia che copre ciò che mi circonda, facendomi dimenticare cosa ho intorno e a volte, chi sono.
Nebbia che nasconde anche le cose più brillanti, facendo cadere tutto nel vago, cancellando i contorni nitidi a favore di giochi d'ombra che possono confondere.
Immersa nella nebbia, al volante della mia macchina, ho provato a riconoscere nell'opaca notte che avevo di fronte, dei punti di riferimento.
Gli stessi che nella mia vita attuale sembrano essere svaniti nel nulla. Desideri, obiettivi, ambizioni. Tutto coperto da una coltre di nebbia scura, che sembra non volersi diradare da qui a poco. E la confusione, il disorientante sentimento che provo di fronte al futuro, sembrano non volermi lasciare. So che attorno a me ci sono mille strade, ma non riesco a vederle con il giusto anticipo per poterle imboccare. Poi però, domenica, ad un certo punto i fari della mia macchina hanno sfondato quel muro, che piano piano si è diradato, restituendomi la normale visione del percorso da compiere.
Ecco dunque che corro veloce, per cercare di arrivare quanto prima a quel punto, per tornare a vedere chiaramente il mio percorso, per tornare a sperare in qualcosa, qualsiasi cosa. Ma per ora, attorno a me...solo la nebbia.