mercoledì 23 febbraio 2011

Va' dove ti porta il cuore

"E' facile sentire che ogni presentimento è una fatasmagoria: infatti come si può sentire ciò che ancora non è?" Queste parole sono di Kant, filosofo presente in modo fin troppo concreto nell'ultimo mio anno di vita e studio. Sono riuscita a rileggerlo per l'ennesima volta, scoprendone altri preziosi dettagli.
Bene, ma questa frase devo contraddirla. Essere razionali a priori non porta mai per forza alla verità. Sono i sentimenti, le emozioni che si provano inconsciamente a dettare le nostre azioni, sempre che la nostra ragione non ne voglia impedire lo svolgimento.
Non esiste una spiegazione razionale a tutto, ci sono situazioni che solo il cuore può interpretare, o l'anima inconscia che più volte ci avvisa con segnali inequivocabili.
Esser razionali sempre porta a non uscire dal semintao, ma non coincide con la felicità.
Ho ascoltato parole importanti in questi giorni, che se fossero state analizzate solo dalla mia ragione mi avrebbero mantenuta con i piedi per terra, invece mi sono alzata in volo. Un volo pindarico, fatto con ali di cera, consapevole della brevità di questo stato d'animo. Poi ritornerò con i piedi per terra, pronta a ripartire.
Già perchè molte cose stanno cambiando. Quest'anno è stato foriero di novità, belle e brutte che mi hanno cambiata molto, un'altra volta.
E ora cavalcherò il mio presentimento senza chiedermi dove questo mi porterà. Andrò dove il cuore vorrà portarmi.

domenica 20 febbraio 2011

MI CONSENTA ...

Queste parole le voglio rivolgere all’ideatore del Milan che conosco, che mi ha appassionata, che da un quarto di secolo (ma anche prima) mi rende orgogliosa di questi colori.
Ricordo ancora gli elicotteri planare all’Arena di Milano, mi ricordo ancora quell’uomo che nel suo messaggio aveva già costruito la squadra più titolata al mondo.
Vincere e divertirsi, il binomio che ha caratterizzato il Milan stellare, quello degli “Invincibili”, compresi i momenti bui e la recente storia.
Il Milan è amore puro, che si presenta sotto mille sfaccettature, ma che viene incanalato verso un solo obiettivo: essere sempre al vertice.
La volontà, la passione di un uomo sono stati il punto di partenza per un’epopea calcistica che il mondo ci invidia.
Mi sono appassionata al Milan di Sacchi, mi sono emozionata al passaggio di testimone da Franco Baresi, il primo capitano che ricordi, a Paolo Maldini, l’uomo che più di tutti ha fomentato la mia passione rossonera.
Sono cresciuta con il sogno di poter vivere da vicino parte di questa storia e piano piano sono riuscita a realizzare qualcosa che pensavo non fosse nemmeno lontanamente vicino alla più piccola utopia.
Un uomo che ha stravolto le dinamiche del calcio, della comunicazione sportiva, che ha trasformato una squadra di calcio in una famiglia, in una azienda strutturata sotto ogni minimo dettaglio.
Mi sono laureata proprio parlando di questo stravolgimento, di questa storia meravigliosa che si chiama Milan.
Un quarto di secolo incredibile, anche se non sempre i risultati sono stati quelli sperati. Siamo stati Invincibili, ma non infallibili. Siamo stati chiacchierati nei momenti più bui del calcio italiano, ma ci siamo sempre rialzati, anche grazie al costante impegno di tutte le persone che lavorano per questo grande marchio.
Mi consenta, dunque, voglio dire Grazie per questi 25 anni meravigliosi!


(Foto: http://www.lastampa.it/)

giovedì 17 febbraio 2011

Resta in ascolto....

Eccomi di nuovo in una riflessione su me stessa. Già, perchè in questo momento sono io che non funziono. Il resto sembra aver preso il suo corso.
Ho realizzato il mio sogno, pur non potendolo accettare, sto percorrendo il cammino che mi porterà a realizzare un traguardo importante. E allora cosa non va?
Forse nulla di importante, forse semplicemente devo imparare ad essere più egoista e spietata, perchè questo è ciò che sembra andare per la maggiore.
Sono una persona sensibile, facile anche da ferire. Non riesco a far finta di nulla di fronte alle richieste di aiuto, ma poi, come sempre, quando l'emergenza finisce....ciao grazie, a mai più.
Maledetto il giorno che mi hanno dato un cuore. Dovevano darmelo già pieno, senza spazi in cui poter infilare esperienze e storie diverse.
Dovevano darmelo insensibile, duro, semplice meccanismo per la vita, non per le emozioni.
Come ogni volta lascerò che tutto scivoli via dal mio essere, cercando di trovare il modo per renderlo impermeabile a qualsiasi tipo di richiesta d'aiuto.
Perchè questo è il mondo degli spietati, questo è il mondo abitato da tante belle bamboline di plastica, attente solo ad apparire, da tanti uomini alla ricerca del loro essere maschio ormai perduto, poco inclini all'ascolto.
L'ascolto, l'arma in più per differenziarsi. L'ascolto, un coltello a doppio taglio da saper maneggiare con cura.
L'ascolto... io si ti ascolto... ma se il processo rimane univoco non ci incontreremo mai più.

martedì 8 febbraio 2011

Panchina d'Oro!

Non poteva essere altrimenti. Questo riconoscimento finalmente premia il lavoro duro, l'abnegazione incondizionata, la passione che un uomo ha regalato ad una società per farla tornare grande.
Non sto parlando di Mourinho, vincitore della Panchina d'Oro riservata  alla serie A, già noto a tutti per le sue doti inequivocabili.
Parlo di Beppe Sannino, l'uomo del miracolo biancorosso che nonostante i successi parlino per lui, sembra quasi stupito di fronte all'apoteosi di consensi ottenuta dai suoi colleghi.
Un premio che nessuno gli può contestare, anche se qualcuno ha subito sottolineato l'altra grande prestazione del Novara e del suo tecnico, Tesser, che ha riportato in provincia l'entusiasmo di una serie B lontana da troppo tempo.
Sannino è un personaggio che merita l'attenzione proprio degli addetti ai lavori, perchè in molti avrebbero bisogno di uno spirito caparbio e di un modo così naturale per gestire un gruppo di ragazzi che per lui stravede.
Lavoro intenso, sul campo, mente sempre dedicata alla sua squadra anche fuori. Quegli occhi limpidi, che non hanno paura del confronto, che non abbassa mai, segno questo di una determinazione basata non solo su capacità tecniche indiscutibili, ma su di un carattere forte e formato nel tempo da mille vicissitudini.
Un premio che valorizza ancor di più quest'uomo a cui non piace star sotto i riflettori, meglio, piuttosto, sotto la pioggia a correre per le vie di Varese, per le strade in mezzo alla gente, sempre disponibile ad una chiacchiera, ad una stretta di mano, sempre però umile, come se nessuno potesse riconoscerlo e stupito quando questo accade.
Le sue gesta sportive sembrano non aver intaccato l'uomo semplice che appare agli occhi di chi ha la fortuna di poterlo conoscere meglio.
Questa la sua forza, questo il suo coraggio nel riuscire sempre e comunque a fronteggiare le situazioni guardando la vita negli occhi.
E proprio il suo modo unico di affrontare la vita giorno per giorno, lo ha reso famoso, come il suo motto che ora si trova stampato anche su felpe e magliette che, credo presto, riempiranno lo stadio Ossola in quella Varese orgogliosa di averlo tra i suoi cittadini.
"Fun Cool", che in inglese significa divertimento, ma che letto all'italiana riassume la filosofia di chi vive sapendo che tanto "è già tutto scritto".

(foto: http://www.varesenews.it/)