domenica 29 dicembre 2013

Unforgettable Matteo!

Manchi. Lo sapevo già che avrei sentito quel vuoto in fondo all'anima. Stasera dopo tanto tempo sono tornata lì dove ti ho conosciuto. In quel palazzetto gremito, dietro a quella ringhiera, su quegli scalini dai quali ho urlato per due anni il tuo nome. Tu, che mi hai fatto amare questo sport, ora guardi tutti dall'alto. Alzando la testa, volgendo lo sguardo per controllare la mia postazione ho visto srotolare il tuo poster. La tua immagine che sovrasta i nostri sguardi, tu con quel simbolo di vittoria che, ai tempi, null'altro era se non la chiamata di uno schema. Matteo quanto mi manchi! E' stato davvero strano tornare, è cambiato molto attorno a me, non sono cambiati i valori che tu hai lasciato a questo gruppo. Ora qualcun altro gioca con quel numero sulla schiena e lo porta con onore. Ma tu, Matteo, tu non eri solo il giocatore su quel parquet, ma l'uomo dentro e fuori dal campo. Un ragazzo che si è fatto voler bene e che ha dato tanto a chiunque si trovasse sulla stessa via. Quella luce, che illumina il tuo volto, non si spegnerà mai in fondo al mio cuore.

giovedì 14 novembre 2013

Foglie

Novembre, apro la finestra, è mattina inoltrata e fuori è grigio. Un po' la metafora della mia vita. Il ritmo della frase ricorda anche il celebre verso di Ungaretti. "Si sta come d'autunno sugli alberi le foglie" e il senso di precarietà in cui sto vivendo lo riconduco al destino dei suoi Soldati, in attesa di un soffio di vento che possa staccarmi definitivamente da quel ramo, che sta risucchiando ogni energia dalle mie fragili venature, orami secche e pronte a crollare.
Le sfumature di colore che rallegravano e davano un senso alla mia vita stanno abbandonando i miei ricordi, tutto diventa difficile, tutto diventa pesante e opprimente. Mi chiedo se sto espiando anche le colpe di qualche vita precedente o se il destino ha solo voluto infliggermi periodi di sofferenza senza mai riuscire a regalarmi un attimo di gioia vera. Entro nel turbinio di una visione notturna, dove le ombre prevalgono. La luce ha abbandonato il mio cammino, troppe le delusioni, troppe le promesse disattese, troppo sensibile io per alzare le spalle e scrollarmi di dosso i problemi che mi affliggono. Mi sento schiacciata in ogni ambito, senza la possibilità di rialzare la testa. Ho perso la fiducia nelle persone, in quasi tutte quelle che mi circondavano. Evidentemente il vuoto attorno a me equivale alla mancanza di energie da dedicare. Così, il ramo si sta preparando ad assorbire l'ultima traccia di verde linfa dalla mia nervatura e così sarò pronta a cadere, magari cullata da un vento nuovo, magari travolta dalla tempesta. Sola.

giovedì 26 settembre 2013

Le tasche piene di sassi e gli occhi pieni di te

Te ne sei andato. Già. E' passata una settimana dall'ultimo saluto, eppure ancora non riesco a credere che tu non ci sia più. Ogni tanto guardo la nostra casellina nelle conversazioni sul telefono, quante cose avrei voluto dirti ma non ho mai avuto il coraggio di scriverti. Mi sembrava di invadere oltremodo la tua vita, il tuo quotidiano. E così mi sono rimaste nel cuore tante sensazioni che ora, credo, tu possa conoscere. E' come se fossi qui, la mia scrivania è invasa dal tuo sorriso, dal tuo sguardo, mi basta alzare gli occhi dalla tastiera per vederti ancora presente, qui con me. Non posso definire ciò che provo e che ho provato, non esiste una categoria che possa racchiudere, etichettare, i  miei pensieri o le mie sensazioni. Eri tu, punto e basta. La forza delle tue parole mi accompagna giorno dopo giorno, il tuo modo di vivere mi ha lasciato tanta forza. Mi sei entrato nel cuore la prima volta che ti ho visto. Ininfluente il fatto che tu stessi correndo e palleggiando sul parquet. Quello è solo l'aspetto più palese del trasporto che ho provato verso te. Facile ammirarti ed elogiarti nel tuo sport: sei un campione indiscusso. Hai subito catalizzato il mio sguardo con le tue movenze leggere, con quei colpi che ancora ho ben impressi nei miei ricordi. Ma ciò che più mi ha colpito è stato il tuo carattere gentile, il tuo essere disponibile, sempre con un gesto, una parola, uno sguardo educato verso chiunque abbia avuto la fortuna di starti accanto, anche solo per qualche attimo. Ricordo ancora quella sera quando, con i "compagni di merende", tornavamo in macchina da una delle trasferte vittoriose della nostra squadra. Già. Avevi fatto una partita incredibile anche se eri un po' aciaccato. E ti mandai quel messaggio, senza ricordarmi di firmarlo. "ah!!! Giulietta!!!". Mi ricordo con che sorriso avevo letto la tua risposta, perchè ero felice che tu avessi riconosciuto proprio me nelle parole che ti avevo mandato.Allora avevo pensato di regalarti le mie emozioni, ho preso quella canzone, le tue foto e ho cercato di farti capire cosa la tua presenza avesse scatenato nella mia anima. Nell'anima, non nel solo cuore. Perchè parlare di cuore non sarebbe sufficiente, sarebbe troppo banale. Tu mi hai arricchita come persona, non mi hai emozionata solo come donna. Un altro ricordo indelebile è il tuo ultimo abbraccio. Finiva il mio calvario, che a chiamarlo così ora mi vergogno, iniziava il tuo. Quell'ultimo abbraccio sul parquet, quell'ultima volta in cui ho incrociato il tuo sguardo, ho sentito la tua forza, in cui ho cercato di donarti un po' della mia. Io ti ricordo così, con quelle parole, con quel sorriso: non bisogna mai smettere di lottare.
Già, ma a volte mi chiedo quanto ne valga la pena se poi le persone come te vengono strappate via così velocemente dalle nostre vite. Lo so che ci sei, che non ti perdi uno solo dei nostri pensieri, ma accidenti è tutto più buio senza la tua luce.

mercoledì 14 agosto 2013

UNA STELLA STA PER ACCENDERSI

Già, ormai ci siamo. Non avevo ancora scritto nulla dell'evento che cambierà la vita della mia famiglia. Arriva Bryan, divento zia, vedo i miei genitori addolcire il modo con cui parlano del loro prossimo diventare nonni, vedo mio papà emozionarsi solo al pensiero. Proprio lui che sembrava così restio a lasciarsi andare all'emozione...gli brillano gli occhi, ogni volta che squilla il telefono corre a sollevarlo per sentire se arriva la bella notizia. Il piccolino di casa, ormai a giorni lo conosceremo. Una nuova  vita che diventerà parte delle nostre, un piccolo pargolo da coccolare e proteggere, da osservare mentre cresce, mentre giorno dopo giorno prenderà contatto con tutti noi. Mio fratello che diventa uomo, anche se lo è da molto tempo, Lara che giorno dopo giorno da quando è arrivata nelle nostre vite, ha regalato un raggio di sole a tutti noi.
Ognuno ha il suo modo di esprimere la gioia, la tristezza, le preoccupazioni, a volte si vorrebbe poter leggere dentro le persone per confrontare le sensazioni che ci trasmettono.
Io scelgo ancora una volta di affidare ciò che sento a queste parole scritte, perchè sono certa che resteranno indelebili, che non saranno fraintendibili, che le rileggerò emozionandomi. Già, perchè anche io continuo a fissar equel telefono nella speranza che si illumini e che mi regali quella bella notizia. Bryan ti aspettiamo, sei già parte del nostro cuore.

venerdì 26 luglio 2013

NON E' NECESSARIO CHE IL CORPO SI SPENGA, SE L'ANIMA TACE

Sono in una fase di pessimismo cosmico, da fare invidia al buon Giacomino. Ovunque si posi il mio sguardo il colore svanisce, rimane il dolore, la fatica, la solitudine, il dover abbassare lo sguardo per non far intravvedere a chi non capirebbe, un occhio lucido e colmo di tristezza.
Ogni giorno mi chiedo cosa, nella mia vita, è stato tanto grave da dover essere scontato in questo modo. Ovvio, di sbagli ne ho fatti tanti. Di scelte sbagliate, di mosse azzardate, di colpi di testa. Ma mai per ferire, solo per raggiungere obiettivi che mi sembravano importanti.
Esatto, mi sembravano. Perchè ora, come molti è vero, ma ciò non mi consola, mi trovo con in mano un pugno di mosche che all'apertura della mia mano saranno pronte a volare via, visto che non stringerò abbastanza da farle rimanere costrette entro uno spazio così angusto.
Ho capito che in questo mondo si va avanti solo se scendi a compromessi inaccettabili o se alle spalle hai qualche potente, che possa sorreggerti o sponsorizzarti. Lo vedo ogni giorno. Il sentiero tracciato da me a volte è pista veloce per altri. Non capisco come possa ancora essere other-oriented, che se non si dice così non è importante. Mi rendo conto che in questo momento, con una vita sociale azzerata, anzi con una vita asociale, ho intorno a me persone che non mi comprendono, per la maggior parte. Non per colpa loro. Sono io che vivo la vita con tale intensità da pretendere che non possa esserci leggerezza, a volte.
Non cerco nè compassione, nè tantomeno pietà. Sono solo stanca di investire le mie forze per altri, di elargire competenze per altri, di risolvere problemi che altri si trovano sempre risolti.
Mi sono stancata perchè di energia non ne ho più e il mio corpo sta cedendo alla fatica. Ma il problema non è che il corpo si fermi. Il problema è che ormai la mia anima tace.

sabato 20 luglio 2013

Degenerazione sociale

Leggevo. Questa mattina dal parrucchiere, una rivista femminile. Mi ha colpito una lettera, quella di una mamma che cercava risposte o forse conferme al suo pensiero. Si chiedeva in che mondo stiamo vivendo, in che mondo sta vivendo sua figlia, adolescente rapita come tutti, in modo consapevole, dalle dinamiche di questa società, dove il messaggio imperante è legato all'apparire e non all'essere. Si chiedeva come poter dare ancora dei valori sani, come trasmetterli senza creare una sorta di stato di emarginazione a sua figlia che, forse pur condividendo il messaggio materno, opponeva alle sue considerazioni circa l'importanza di una solida cultura e di valori veri, il teorema preponderante legato alla nostra era: arriva chi appare a scapito di chi è.
La lettera sulle pagine del giornale era priva di risposta. Forse perchè la risposta era implicita nella bontà del pensiero di quella madre, che ad oggi viene considerata come una sorta di Don Chisciotte in una lotta senza possibilità di scampo contro i mulini a vento. Come si può lottare contro una degenerazione totale dei valori? Appunto, si rischia l'emarginazione, in senso lato ovviamente, sociale. Si fa la figura della mosca bianca nello sciame di compagne nere. E' davvero desolante pensare al degrado umano in cui viviamo ogni singolo giorno. Io stessa mi sento una canoa senza remi in un fiume in piena, trascinata dalla forza della corrente. Le sole braccia per remare non sono abbastanza e ci si trova alla deriva. Correnti impetuose create da persone con pochi scrupoli e altrettanto assenti valori. Non c'entra la qualità culturale, non è abbastanza, per sopravvivere, arroccarsi a quelle poche pietre miliari che incontriamo nel nostro cammino. Non è più sufficiente sapere ed essere consapevoli di chi si è, perchè ormai se nessuno riconosce la tua stessa visione del . mondo, si è costretti ad adeguarsi. Mi trovo in balia di scelte che non posso compiere, di situazioni estreme a cui non posso porre termine. Questo non solo per colpa mia, ma anche grazie (e dire grazie è un eufemismo) alle politiche disorientanti che guidano questo paese. Nessun ideale saldo, nessuna mente (o troppe poche) in grado di ergersi ad esempio, in grado di porsi come guida. Allo sbando, senza armi per combattere lo status quo delle cose.
E ti trovi a dover chinare la testa per paura, a vivere nel terrore che tutto possa finire, ad aver ragione di opporsi ma a dover altrettanto tacere. La cosa terribile di tutto questo è l'arroganza di certe persone che si permettono di trattarti come fossi qualcosa di loro proprietà, che ti mettono spalle al muro senza possibilità di fuga. Una condizione disumana, una violenza psicologica che oltrepassa di gran lunga la tollerabilità. Ma si deve andare avanti, sbeffeggiati anche da chi dovrebbe aver il compito di garantirci un futuro. Bamboccioni, ci hanno chiamati. Choosy. E chi più ne ha più ne metta. Poi però analizzi la statura delle persone da cui provengono queste offese, perchè tali sono, e ti chiedi: ma non è troppo facile sparare giudizi senza nemmeno pensare che ciò che dici potrebbe succedere anche ai tuoi figli? La risposta è semplice: il loro potere consente alla loro stessa discendenza di occupare facilmente ruoli sociali inarrivabili per noi comuni mortali. E allora... come fai a combattere ancora?

martedì 28 maggio 2013

INSENSIBILI, ANAFFETTIVI, OPPORTUNISTI. ECCO I NUOVI DEI

Questo mondo non fa per me. Questo mondo che si crogiola nella sua nullità, nella sua amara apparenza, nella ricerca di soluzioni sempre più semplici che consentono al lupo di braccare e uccidere l'agnello. Un mondo senza più valori, senza ideali, senza la giusta percezione del bene e del male. Un mondo affidato al ritmo veloce e convulso di social network che ci inglobano, che riescono a pervadere ogni angolo della nostra mente sgombra sempre più da materia grigia di livello. Proprio oggi mi dicevano che il nostro Paese è caduto in basso perchè rappresentato da un uomo che dovrebbe stare in geriatria. Già... ce ne fossero di più di persone con la sua cultura, con la sua integrità di pensiero. Invece nell'ultimo trentennio abbiamo assistito alla deriva di ideali più o meno forti, all'annullamento della nostra cultura sostituita a un mix di valori che sono dati dal materialismo sempre più convinto, dalla ricerca perenne di feticci che possano racchiudere il nostro bisogno di affermazione. Si investe sempre più su beni materiali e sempre meno sulla crescita della nostra personalità, della nostra anima. Non mi ci ritrovo in questo mondo abitato da uomini insensibili, egoisti, anaffettivi ed opportunisti. Questi i nuovi valori, il nulla dell'essere contro il totem rappresentato dall'apparire. Un processo iniziato dalla generazione che ci ha preceduto e continuato senza sosta grazie all'avanzare della tecnologia. Un cyborg al posto dell'uomo, qualcuno l'ha già scritto. Noi possiamo solo vederne il rapido ed incessante evolversi.

giovedì 23 maggio 2013

CARO LOLLO...TANTI AUGURI!

Eh..sembra facile dire: voltiamo pagina.Ma come si fa dopo due anni vissuti intensamente! Quanto devono ringraziarci i gestori telefonici, eh mister? Quante parole, quanti commenti, quante risate anche e le battute che mi facevano rimanere senza parole...perchè non le capivo!
Già e oggi è anche il tuo compleanno...e io già ti avevo fatto gli auguri perchè il mio calendario evidentemente era sballato (o forse sono io che ho bisogno di ferie).
Mi sembra strano, come se anche io ti avessi vissuto per nove anni. In fondo un po' invidio chi ha potuto condividere tanto tempo con te sulla panchina, le tue sfuriate, le tue disamine, le tue interviste mancate e riacciuffate per un soffio (hai chiamato la mia addetta stampa?).
Ci siamo fatti un mazzo tanto, ma ci siamo anche divertiti. O almeno, io con te mi sono divertita. Il Mino Raiola di noialtri... che lo stesso di fronte alla tua foto mi dice "E quando me l'hai fatta?" (ahaha) Di certo ricorderò a memoria i primi tre campioni di una Juventus che non c'è più... Zoff, Gentile, Cabrini...giocatori di alto spessore come chi me li ha ricordati ogni maledetta domenica.
Le nostre strade sportive si dividono, non avrò l'onore di poter lavorare con te in quello che sarebbe stato l'anno della Stella (ma se vuoi scriviamo 10 sul campo!!), ma sono certa che le nostre vite, mia, tua, di Carlotta, Filippo, della Ludo (che vedrai quanto rimpiangerai gli anni a sbraitare sulla panchina quando sarà più grande) e di Barbara, la donna più dolce che potessi trovare sulla tua strada, saranno unite ancora e ancora.
Tanti auguri mister! Onorata di aver potuto commentare il tuo calcio...


domenica 19 maggio 2013

L'ARTE DI SAPER ASCOLTARE

"La cosa più importante nella comunicazione, è ascoltare ciò che non viene detto". Sembra un paradosso, ma tutti, se leggiamo con attenzione le parole di Peter Drucker, ci troveremo ad annuire meccanicamente a questa affermazione.
Proprio questa è la discriminante nella comunicazione. In quella di tutti i giorni, in quella familiare, in quella affettuosa, tra amici, amanti, amori impossibili. Tutto sarebbe così semplice se oltre alle parole, pronunciate, sussurrate, urlate, si desse peso a quegli sguardi che le accompagnano, a quei sospiri, a quelle pause che denotano smarrimento, a quelle ditorsioni vocali, che fanno trapelare malessere. Troppo difficile, ci vuole troppo tempo, ci vuole la sensibilità adatta, ci vuole attenzione all'altro, ci vuole la rinuncia all'egoismo, all'egocentrismo. Ci vuole passione, amore, affetto, ci vogliono sentimenti sinceri, non ci vuole un rapporto basato sull'opportunismo, non ci vuole un rapporto basato sul do ut des o sul reciproco scambio di favori.
Tutto questo non riesco ad accettarlo, soprattutto se la mancanza di attenzione arriva da chi ha sempre avuto bisogno della mia. Per anni, per tanti anni. Ma che importa...si fa in fretta a dimenticarsi di ciò che è stato. Basta poco per perdersi di vista. Basta poco. Già.
Quel legame labile...ci vuole poco a scioglierlo per sempre. Forse perchè era destino che quel nodo non si formasse. Perchè evidentemente è stato casuale, come quando metti una mano nei capelli e ti accorgi che qualcuno di loro per sbaglio si è intrecciato. Lo sciogli quel nodo e se non riesci lo tagli. Così lo elimini per sempre.

sabato 18 maggio 2013

IL DOLORE NEL DIRE ADDIO




E’ arrivato il momento dei saluti. Sai quelli che dici: non li farò mai? E’ inutile che pensi alle parole adatte tanto non serviranno? Eccomi qui dunque a trovare un modo per mettere in ordine i pensieri. Due anni di pensieri, di battute, di esperienze vissute insieme, di partite, di urla, di scontri a volte, di sorrisi ed emozioni. Ogni volta è così, maledetto il giorno che ho scelto di fare questo mestiere. Perché ogni volta sto male quando devo dire addio a qualcuno. Che poi...addio….mica è un addio, ma non sarà più la stessa cosa. Ma chi cavolo stresserò la domenica per avere la formazione? “Scrivi Giulia: Zoff, Gentile, Cabrini…” E chi stresserò per andare davanti alle telecamere? Perché sei il mister, devi mettere la faccia a volte... E invece a me piacciono quelle persone che non amano stare davanti ai riflettori. Perché la loro vita e i loro pensieri rimangano privati, sinceri e non manipolabili da quattro arrivisti che sfruttano parole pronunciate in un contesto preciso per distorcere la realtà. (taaac!) Ecco, quando sono arrivata a Stresa, l’anno scorso, tutti mi dicevano: vedrai che con Foti sarà difficile lavorare. Invece mi sono bastati due incontri e già avevo capito che avrei adorato quell’uomo sulla panchina dello Stresa. Già nella trasferta per l’amichevole con il Varese… poche battute,mi sono piaciuti i modi schietti, le frasi taglienti, il sorriso dopo averne detta una delle tue. Eh caro mister, già a Loro Piceno ero completamente felice di poter lavorare con te. Mi ricordo ancora di aver contrattato la tua presenza davanti alla stampa allora…. Su quel pullman con quel caldo...che ridere! Mi sembrano così lontani quei giorni, mi sembra di essere protagonista di un brutto sogno, ma non riesco a svegliarmi.
Anche questo è il calcio, lo so, dovrei essere abituata a queste dinamiche eppure….non mi ci abituo mai. Dovrei riuscire a trovare una squadra a cui non affezionarmi, ma come si fa?
Mica si può fare il mio lavoro se non si sente qualche cosa dentro che ti fa trovare l’ispirazione ogni settimana, ogni domenica, ogni maledetta domenica! Quel campo, quei ragazzi che rincorrono un pallone, quel guerriero in panchina che diventa il loro generale sul campo e il loro padre là fuori. Perché a chiunque io chieda qualche pensiero su di te, quel giocatore qualunque mi dirà: è un grande, è una persona vera.
E quel calcio giocato sempre con il piglio dei campioni contro qualsiasi avversario, contro ogni campo...tanto che quella volta, a Briga quando ti ho sentito urlare: “lancia lungoooooo” credevo di sognare! Solo nei giorni scorsi ho potuto vedere il modo con cui hai affrontato il Novara….ecco ora capisco anche i complimenti di Tesser!
Lo Stresa perde un grande tecnico, ma soprattutto un grande uomo, una persona corretta, una persona che ha sempre messo i valori umani al di sopra di quelli calcistici. Forse in alcuni contesti può aver rappresentato, per alcuni, un lato debole, ma è ciò che ha consentito al gruppo di sopravvivere ai vari terremoti che, soprattutto quest’anno, poteva destabilizzarlo.
Hai fatto da muro, da collante, da scudo eppure questo non basta.
Hai lottato nove anni in questa società, io sono arrivata solo ai titoli di coda, ma so che c’è chi, meglio di me, potrà raccontare ai posteri la tua epopea. Io mi accontento di poter raccontare un finale amaro ora, ma vissuto intensamente, sempre sul filo di lana e che, in zona Cesarini, poteva anche essere riscritto. Ma il destino a volte è beffardo e forse ci voleva ANTONELLO FOTI in campo ancora a trascinare i suoi compagni verso la vittoria.
Eppure, questa non è una sconfitta. Hai messo in scena una stagione da quasi miracolo. Hai ridato speranza a uomini che sembravano abbandonati ai cattivi presagi. Hai trovato la formula della quadratura del cerchio e fino alla fine i tuoi prodi ti hanno seguito. Che dire… arrivati a questo punto, mentre scorrono i titoli di coda, spero che qualcuno possa investire nella scrittura di un sequel di successo. Perché la storia di Foti non può mica finire qui. Stresa è stato il primo capitolo, ora ti attendono le parti più intense di un romanzo che, sono certa, diventerà un best seller.


venerdì 3 maggio 2013

DIETRO LE SBARRE PER ESSERE LIBERI

Mancavo da un po'. La mia vita è stata sconvolta dalla consapevolezza che, inevitabilmente, sarò io a doverla sconvolgere. Non si può vivere di sogni, anche se sarebbe bello poterlo fare. Non si può vivere della materia di cui i sogni sono fatti, ci vuole concretezza. La mia ricerca verso un'alternativa percorribile che potesse almeno avvicinarsi alle mie competenze sembra essere giunta, almeno per ora, al capolinea. Ci è voluto un po' per accettarlo, mi sono sentita violentata nell'anima, mi sono fatta del male, ho visto cadere pezzo dopo pezzo il castello che con fatica ero riuscita a costruire.
Ma che posso farci? Ho messo ogni energia in questa impresa, ogni consistente risorsa. Evidentemente non sono abbatsanza brava o forse, molto più verosimilmente gettando l'occhio attorno a me, non ho abbastanza faccia tosta, non ho abbastanza sfacciataggine e non sono abbastanza falsa e viscida per poter emergere.
Brutta considerazione? Invidia? No, nulla di tutto questo. Realtà assolutamente riscontrabile dai fatti, assolutamente provata e non opinabile. La mediocrità imperante non è altro che il risultato di scelte consapevoli dettate da strategiche decisioni prese per far ammalare le menti di questo paese. E non esagero. Perchè solo in alcuni casi, anche in contesti molto più allargati di quello in cui lavoro, posso commuovermi, letteralmente, di fronte a pochi sprazzi di lucidità e coscienza critica. Ho tentuo una copia del giornale del Napolitano-bis a testimonianza dell'esistenza di queste menti impegnate e lungimiranti, colte e profonde, perchè il resto, ciò che normalmente mi circonda, sembrano slogan pubblicitari, frasi fatte, luoghi comuni, marchette, a volte, che mi fanno davvero perder la speranza.
Ho riflettuto su eventi che mi hanno coinvolta personalmente, che mi hanno messo sul banco degli imputati e mi sono resa conto che i giudici erano a loro volta corrotti e soprattutto corruttibili. "Non si vede la trave nel proprio occhio" così dice un vecchio adagio. Già. Io ho travi e spilli nei miei, ne sono consapevole, non sono perfetta, nessuno lo è. Ma non mi nascondo mai, nemmeno dietro un palo, figuriamoci dietro un dito. Sono delusa, questa delusione arriva all'indomani di un giorno importante, quello che mi porterà al primo traguardo di una vita. Come ogni volta si tirano le linee per fare somme di cui poi ci si stupisce. Intorno a me posso davvero contare su poche persone, pochi sono quelli che considero importanti nella mia esistenza. E anche tra quelli qualcuno mi ha lasciato con l'amaro in bocca. Evidentemente è colpa mia, merito io questo. Ci sono segnali che sono più forti di un tuono nella notte, di quelli, per intenderci, che ti fanno sobbalzare tra le coperte e che lasciano che l'adrenalina faccia il suo corso prima di poter tornare a sognare.
Questo mi porta a pensare che in questo mondo, fatto di superficialità, di immagini, di esteriorità esibita, solo chi ha poca cultura, poca sensibilità, poca attenzione all'altro possa sopravvivere senza pensieri. L'allegria ostentata da alcune persone deriva dalla poca consapevolezza delle cose. Meglio per loro, ma non per me. Eppure bisogna dare l'impressione di essere plasmabili per essere presi in considerazione, bisogna dare la sensazione di avere poche resistenze per poter essere all'altezza, (ma forse bassezza è il termine più corretto) di questo mondo. Fingere, per rimanere se stessi solo quando si è soli e magari lasciar scorrere quelle lacrime di dolore che tutto questo, inevitabilmente crea.Stare dietro le sbarre, consapevolmente, per sperare poi, un giorno di poter essere liberi.

mercoledì 27 marzo 2013

LA MALAFEDE

Dimostratemi che gli arbitri assolutamente non sono in malafede e io ritirerò le mie parole.
Perchè gli eventi raccontano di una partita diretta a senso unico. Casualità? Scarsa conoscenza del regolamento di gioco? Supponente arroganza di sapere che il giudizio espresso tanto è inappellabile?
Quello che volete, nulla giustifica un atteggiamento come quello visto sul mio campo.
Nessuno è obbligato a fare l'arbitro con la pistola alla tempia. Se si vuole essere sicuramente protagonisti, si può scegliere di recitare in qualche film....già...per essere scritturati bisogna avere talento, evidentemente.

martedì 19 febbraio 2013

Dall'infinito all'infinito

"E poi succede che arrivi tu. Sconvolgi gli equilibri della mia mente, acceleri i battiti del mio cuore, annulli il ritmo del mio respiro. Entri nella mia vita come un pacco regalo, il tempo di togliere il fiocco e vedere la sorpresa che fa rimanere senza fiato. La paura è quella che la sorpresa svanisca, che tu torni dall'infinito che ti ha portato da me".

Già l'infinito. Quello in cui tutto si perde, quello in cui tutto assume connotati non descrivibili dalle nostre facoltà. Ciò che si trova nell'infinito sappiamo che esiste, ma non lo possiamo descrivere, non lo possiamo toccare, non ne abbiamo una reale percezione. Si trasforma in una sorta di fede, inconscia, forte, sappiamo che c'è ma non sappiamo se mai sarà parte di noi.
E poi all'improvviso l'infinito sputa nella nostra vita una sagoma delineata, che prende vita di fronte a noi, che ci fa ricordare di essere vivi, che torna a far funzionare l'intricato meccanismo dei nostri sentimenti più puri.
Istinto, passione, tenerezza, tutto si trasforma e si indirizza verso quell'unico target che all'improvviso è tornato a materializzarsi di fronte a noi. Il resto sembra assumere connotati indefiniti, l'immagine nuova si staglia potente di fronte ai nostri occhi per occupare completamente il nostro campo visivo. Magari solo per qualche attimo, magari a tratti, magari per sempre. Chi può dirlo. Il dubbio sulla reale durata di queste sensazioni è ciò che ce le fa percepire così intense, Rimandano, in un certo senso, alla logica del "carpe diem". Vivilo quell'attimo che potrebbe essere eterno, fallo tuo, assaporalo e saziati delle sue vibrazioni.
Perché l'infinito potrebbe inglobare, inghiottire oltre che la nuova sagoma anche te, rendendoti solo un piccolo grumo indefinito, non più riconoscibile, non più connotato e connotabile nella realtà.

giovedì 17 gennaio 2013

DI CHE GENERE?

L'infausta verità. Siamo una società che si spaccia per moderna, democratica, all'avanguardia. Palle.
Siamo ancorati a pregiudizi più vecchi di noi. Siamo in balia di leader che nelle proprie tasche intellettive non hanno che briciole di cultura spiccia, senza etica, senza valori, senza principi. E' la mia rabbia che sta parlando? Forse. Ma sentirmi discriminata perchè donna, perchè posso avere il ciclo o un figlio, sinceramente non lo riesco ad accettare. Ma è costume condiviso ormai.
Ci hanno detto di tutto, senza che noi potessimo quasi fiatare, ci trattano come esseri sottosviluppati, consapevoli che la loro manovra di omologazione culturale sta per essere ultimata. Alle giovani generazioni hanno tolto i sogni, il futuro, a noi hanno tolto la voglia di lottare. La condizione perenne di precarietà che ci contraddistingue non ci consente di alzare la voce. Nemmeno chi ha le spalle al caldo riesce più a lanciare urla dissacratorie. Non sembra valerne più la pena, siamo ormai una massa di insulsi esseri attenti alle piccole esigenze quotidiane, la filosofia del "carpe diem" non è più una scelta consapevole ma una necessità impellente.
A che pro saziare la nostra mente con confronti decisi, con scambi di opinioni che poi ci lasciano a brandelli in mezzo ad una strada?
Lo status quo ci insegna che chi ha il potere se lo tiene stretto e riesce afarlo senza troppi sforzi. Ci hanno indeboliti, ci hanno rubato la voglia di lottare per un futuro migliore e condivisibile. Ci hanno lasciato solo la vaga speranza di poter partecipare al nostro ballo delle debuttanti in società. Un miraggio confuso, sempre più, a causa della mancanza di energie positive.

martedì 15 gennaio 2013

Così si arriva nell'altra metà del cielo

Perchè è così che deve essere. Perchè se un uomo arriva a scrivere certe parole ad una donna, allora sì, che l'amore si traveste da favola. Perchè il peso di certe parole dette da un uomo è diverso, perchè vuol dire che ha capito l'altra metà del cielo, che ha trovato la strada per arrivarci, ha costruito un solido ponte per attraversare il fiume di diversità che di solito ci separa. Grazie a Fabio Volo per aver scritto queste righe, ma grazie soprattutto a te che le hai condivise con me, condividendo uno spicchio dell'amore che stai vivendo. Tu illumini la mia vita, sei arrivato nel buio e hai acceso una fiammella. Grazie.

" Con te sarò nuovo. Ti dico queste parole nel periodo migliore della mia vita, nel periodo in cui sto bene, in cui ho capito tante cose. Nel periodo in cui mi sono finalmente ricongiunto con la mia gioia. In questo periodo la mia vita è piena, ho tante cose intorno a me che mi piacciono, che mi affascinano. Sto molto bene da solo, e la mia vita senza di te è meravigliosa. Lo so che detto così suona male, ma non fraintendermi, intendo dire che ti chiedo di stare con me non perché senza di te io sia infelice: sarei egoista, bisognoso e interessato alla mia sola felicità, e così tu saresti la mia salvezza. Io ti chiedo di stare con me perché la mia vita in questo momento è veramente meravigliosa, ma con te lo sarebbe ancora di più. Se senza di te vivessi una vita squallida, vuota, misera non avrebbe alcun valore rinunciarci per te. Che valore avresti se tu fossi l'alternativa al nulla, al vuoto, alla tristezza? Più una persona sta bene da sola, e più acquista valore la persona con cui decide di stare. Spero tu possa capire quello che cerco di dirti. Io sto bene da solo ma quando ti ho incontrato è come se in ogni parola che dico nella mia vita ci fosse una lettera del tuo nome, perché alla fine di ogni discorso compari sempre tu. Ho imparato ad amarmi. E visto che stando insieme a te ti donerò me stesso, cercherò di rendere il mio regalo più bello possibile ogni giorno. Mi costringerai ad essere attento. Degno dell'amore che provo per te. Da questo momento mi tolgo ogni armatura, ogni protezione... non sono solo innamorato di te, io ti amo. Per questo sono sicuro. Nell'amare ci può essere anche una fase di innamoramento, ma non sempre nell'innamoramento c'è vero amore. Io ti amo. Come non ho mai amato nessuno prima..."da PensieriParole <http://www.pensieriparole.it/aforismi/libri/frase-100829>

lunedì 14 gennaio 2013

Ad libitum

"Era uno di quegli sguardi che non dimentichi facilmente. Sai quando ti passa una vita negli occhi? Ecco. Con lui non era un momento. Era sempre tutta una vita" [nn]

Non so di chi sia questa frase, ma la condivido, fortemente. Perchè quando una persona ti entra così tanto nel cuore, non si può far finta di nulla, non si può andare oltre senza riflettere. Ti rendi conto che la vita è meravigliosa a donarti queste sensazioni. Inaspettate, inattese, che fan parte di quella schiera di sentimenti puri, che non devono essere categorizzati, ma solo vissuti. A piccoli passi, prendendo bene le distanze, circonando ogni attimo della giusta attenzione. Perchè quando una persona è in grado di farti ridere e piangere allo stesso momento, perchè quando una persona diventa così tanto parte di te, non puoi più pensare ad una vita senza. Anche questo è amore, amore vero, amore inteso come massima espressione dei battiti del cuore. Ti voglio bene, incondizionatamente.

Il sole nel cuore

 

.... perchè nonostante sapesse che non sarebbe mai stata la protagonista di quell'amore, benchè sospirasse ai suoi sospiri e gioisse delle sue gioie, ogni volta che incrociava il suo sguardo il suo cuore diventava un sole in grado di far splendere l'intero universo infinito. Ma piano piano quella fonte di energia si spegneva quando lo vedeva perdersi con una luna capricciosa in grado di splendere solo grazie alla sua luce riflessa...